GattoRock cerca amici rockers: condividi l'articolo

Oggi siamo entusiasti di presentare la nostra recensione sul nuovo singolo di Aurora Dream intitolato “A New Infinite”, in collaborazione con Plini e Simon Grove.

Il brano inizia con un’introduzione lenta e melodica, che si trasforma gradualmente in una serie di riff di chitarra complessi e ritmici.

La sezione strumentale del brano è altrettanto impressionante, con Plini e Simon Grove che offrono assoli di chitarra e tastiere che si alternano perfettamente con il suono della batteria. L’interplay tra gli strumenti è impeccabile e mostra la grande abilità dei musicisti coinvolti nel progetto.

In sintesi, “A New Infinite” è un capolavoro di musica e poesia, che mostra il grande talento di Aurora Dream, Plini e Simon Grove. Consigliamo vivamente di ascoltare questo brano e di immergersi nella sua bellezza e potenza.

Scopriamo qualcosa su Plini per chi non lo conoscesse:

Plini è sicuramente uno dei chitarristi più interessanti degli ultimi anni. Con il suo ultimo album, Impulse Voices, il musicista australiano ha dimostrato ancora una volta di essere un innovatore nel campo della musica strumentale. In questo nuovo lavoro, Plini si distacca dalla svolta jazz intrapresa con il precedente Sunhead, tornando a sonorità più prog metal e djent, già presenti nel precedente disco Handmade Cities.

Il disco è stato prodotto con la collaborazione del bassista Simon Grove e del batterista Chris Allison, già presenti nella formazione del precedente EP Sunhead. La pulizia sonora della batteria e la multiformità di stile di Allison contribuiscono a creare un suono fresco e innovativo. L’album è stato promosso con un video della traccia d’apertura, I’ll Tell You Someday, in cui Plini dimostra ancora una volta la sua maestria sulla Strandberg sei corde.

Il resto dell’album offre una grande varietà di generi, segno della creatività di Plini. La traccia Papelillo è più cadenzata e oscura, mentre con Perfume, il musicista australiano si orienta verso la musica elettronica, senza mai dimenticare il sound del metal progressivo. La successiva Last Call, caratterizzata dal suono retro delle tastiere, offre un’altra sfaccettatura del diamante già variopinto di questa prima metà del lavoro.

L’omonima Impulse Voices è una vera e propria chicca, una delle migliori della discografia di Plini. La traccia, seppur breve, di soli tre minuti, mostra tutta la tecnica ed eleganza del chitarrista di Sydney. Il brano Pan, invece, è nettamente più arzigogolato, con molte influenze djent e assoli di chitarra, sempre accompagnati dall’instancabile Chris Allison.

In conclusione, Impulse Voices è un album che non delude le aspettative dei fan di Plini e della musica strumentale in generale. La creatività del chitarrista australiano si esprime in modo sempre nuovo e sorprendente, creando un’esperienza musicale coinvolgente e emozionante. Se siete amanti della musica strumentale, questo album è sicuramente da ascoltare.


GattoRock cerca amici rockers: condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto